5 incipit di libri

Dovrei in realtà finire di scrivere il terzo post-litcamp, ma intervallo per dare retta alla catena che mi ha passato Giuseppe, che perdono solo perché non sa ancora quanto non sopporto le catene [ora lo sai 😉 ]

La catena vuole che io riporti i 5 incipit dei libri più importanti per me. Non mi viene facile, ché selezionare è sempre una sottrazione, e 5 libri son pochi, eh si. Ci provo comunque.

Heminqway, Festa mobile
[sarà che volevo fare la scrittrice… ma andai a Parigi convinta, da questo e altri libri, di trovare qualcosa… che non trovai. Ma trovai altro, e meno male!]

Poi veniva la brutta stagione. Alla fine dell’autunno, in un solo giorno, cambiava il tempo. Di notte dovevamo chiudere le finestre perché non entrasse la pioggia e il vento freddo strappava le foglie dagli alberi di Place de la Contrescarpe. Le foglie giacevano fradicie nella pioggia e il vento spingeva la pioggia contro il grosso autobus verde al capolinea e il Café des Amateurs era gremito e le vetrine appannate dal caldo e dal fumo dell’interno.

Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso
[non so, sono rimasta sempre affascinata dal frammento casuale, dal dettaglio ingigantito fino all’assurdo, e ahimé, dall’ottusa psicoanalisi dei gesti e delle parole…]

La necessità di questo libro sta nella seguente considerazione: il discorso amoroso è oggi d’una estrema solitudine. Questo discorso è forse parlato da migliaia di individui (chi può dirlo?), ma non è sostenuto da nessuno; esso si trova ad essere completamente abbandonato dai discorsi vicini: oppure è da questi ignorato, svalutato, schernito, tagliato fuori non solo dal potere, ma anche dai suoi meccanismi (scienze, arti, sapere).

George Simenon, L’uomo che guardava passare i treni
[Popinga è il personaggio che più di altri mi è rimasto addosso, lo sentivo sempre accanto a me, tanto che mi giravo spesso di scatto per coglierlo in flagrante…]

Per quel che riguarda personalmente Kees Popinga, si deve convenire che alle otto di sera c’era ancora tempo, perché a ogni buon conto il suo destino non era segnato. Ma tempo per che cosa? E poteva lui agire diversamente da come avrebbe poi agito, persuaso com’era che i suoi gesti non fossero più importanti di quelli di mille altri giorni del suo passato?

Jean-Claude Izzo, Solea
[amo l’intera trilogia di Izzo, la capacità di incazzarsi con la vita per la sua violenza e riuscire ad amarla per i suoi dettagli]

La sua vita era laggiù, a Marsiglia. Laggiù, dietro quelle montagne che, stasera, il sole al tramonto colorava di un rosso vivo. “Domani ci sarà vento” penso Babette. Da quando, quindici giorni prima, era arrivata a Le Castellas, un villaggio delle Cévennes, alla fine della giornata saliva sul crinale. Percorrendo il sentiero dove Bruno portava le capre. Qui, aveva pensato il mattino del suo arrivo, nulla cambia.

Siri Hustvedt, Quello che ho amato
[difficile riuscire a trasmettere a parole l’emozione che dà un dipinto, e il dipinto stesso. Soprattutto se il dipinto in questione non esiste. Ma andando avanti nel leggere ho capito che per Siri Hustvedt tutto è possibile. Questo libro è un capolavoro]

Ieri ho trovato le lettere di Violet e Bill. Nascoste tra le pagine di un libro, sono sgusciate fuori spargendosi a terra. Ero al corrente della loro esistenza da anni, ma né Bill né Violet mi avevano mai confidato nulla sul contenuto. Sapevo soltanto che, pochi minuti dopo aver letto la quinta e ultima missiva, Bill, prendendo una drastica decisione sul suo matrimonio con Lucille, era uscito dall’appartamento di Greene Street e si era diretto senza indugio a casa di Violet, nell’East Village.

Ecco, forse ce l’ho fatta. Ho aggiunto due note personali a ogni libro, perché … non so perché, forse per dare un mio significato a questa selezione.
Ora credo mi tocchi passare la catena, ma sarei tentata di non farlo… Vabbé, Gully, Leu, Biccio, se vi va, andate avanti voi, o chiunque altro voglia 🙂

4 pensieri riguardo “5 incipit di libri”

  1. caspita, capito qui per caso, girovagando, da intranetmanagement, se non erro, e non solo mi trovo davanti alla “mia” lista di incipit, cioè quelli che avrei scelto io, se avessi dovuto… ma, per la prima volta da quando lo conosco, penso che forse anobii ha un senso. e alla fine ho letto il tuo profilo e ho pensato che forse ci siamo viste all’università. quindi spero ci rivedremo presto! frank

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