Ode ai post incompiuti

Nel mio computer c’è una cartella che si chiama ‘racconti’, dentro la quale ci sono varie altre cartelle. Tra queste ce n’è una che si chiama ‘da finire’. Questa cartella contiene idee per racconti, o racconti iniziati e non finiti.
Nel mio computer c’è poi una cartella che si chiama ‘sceneggiature’, dentro la quale ci sono varie cartelle, e tra queste ce n’è una che si chiama ‘da finire’. Questa cartella contiene sceneggiature iniziate e non finite.

Nel mio computer c’è anche un file txt che si chiama ‘post’. Mi serve per appuntarmi le idee o per iniziare a scrivere i post che poi voglio pubblicare su questo blog.
Quando decido di pubblicare uno di quei post appuntati, lo copio e lo incollo dentro wordpress, e da lì continuo a scriverlo. Una volta che il post è pubblicato, cancello gli appunti dal file txt.

Quel file txt, ora, è lunghissimo. Ci saranno almeno una ventina di appunti, molti post iniziati, molti quasi finiti. Nessuno pubblicato.
E’ un file di post incompiuti. Ciascuno ha qualcosa che non mi convince, o mi ha annoiato, o forse non è più il suo tempo.

Spesso apro quel file, do’ una scorsa ai vari post incompiuti, provo a riprenderne uno, scrivo magari qualche parola.
Poi mi ritrovo con le mani sulla tastiera e lo sguardo altrove. Allora chiudo il file.
E intanto questo blog langue, e il file txt si allunga.

Non so come mai in questo periodo non riesco a scrivere qualcosa che sia per me comunicabile. O forse lo so, ma non lo scriverò 😉

Quei post incompiuti, però, mi fanno tenerezza. Hanno un loro senso, sono un bacino di idee, pensieri, storie che stanno là in attesa. Un’attesa forse inutile, o forse no.

Mi sembrava giusto, nell’attesa che condivido con i miei post incompiuti, dare loro almeno la dignità della menzione su questo blog, per cui sono nati, e per cui, forse un giorno, saranno pronti.

Manca poco all’alba

Ci sono tanti modi di fare l’alba. Lavorando. Giocando a poker. Ballando. Facendo sesso. Viaggiando da Palermo a Milano. Tubando. Andando venti volte al cesso. Vedendo quattro film. Rigirandosi nel letto. Parlando con gli amici. …

E ancora. Ubriachi a ridere sul cofano di una macchina. Dentro la suddetta macchina ad ascoltare musica e saltare. Facendo il turno in ospedale, ahi. O al casello autostradale, e gli altri se vanno chissà dove. Agitandosi col sorriso ebete di una pasticca, mah. Passeggiando per la città bagnata mentre gli spazzini ci pestano i piedi, e non c’è niente da ridere. Intorno al fuoco a raccontarsi storie di paura, perché non hai di meglio da fare. O in mezzo al mare in calma piatta, e anche qui, cosa hai di meglio da fare? O ancora a 3000 metri per vedere il sole tra la neve, quello si che è uno spettacolo. Raccogliendo ricordi al capezzale di qualcuno che muore, tanto per metterci pure un alba di dolore. A custodire un palazzo in cui tutti dormono, e per fortuna c’è Internet. Leggendo un libro che davvero non si riesce a smettere, maledetti libri.

Io invece oggi ho fatto l’alba scrivendo. Ah, mi ci voleva proprio 😉