Che dire, è proprio il caso di andarci, al Tekfestival. Finalmente un po’ di sano cinema indipendente internazionale. Tanto per vedere un po’ di documentari e un po’ di film che di solito in giro non si trovano. Tanto per vedere un po’ di storie dove le contraddizioni se ne vanno a braccetto con la quotidianità, e non solo. Un po’ di storie che parlano di conflitti sociali, di transizioni di genere, di confronti di identità e culture.
Il Tekfestival la vede così: documentari e fiction in cui parlano non solo l’intrattenimento e la qualità, ma anche la riflessione. E infatti il sottotitolo recita: Ai confini del mondo… dentro l’occidente.
Quest’anno il programma prevede 80 opere tra documentari e film narrativi, con almeno una ventina di premiere internazionli. C’è anche un concorso di documentari internazionali e italiani.
Il Tekfestival, per questa VI edizione, si svolge in diversi luoghi di Roma: al Cinema Farnese e al Cinema Trevi. E hanno pensato pure di mettere un servizio navetta tra i due cinema. Il biglietto ha ovviamente un prezzo politico: il pomeridiano 3 euro e 50, il serale un euro in più. C’è pure un abbonamento a 10 ingressi per 30 euro.
Ma io non credo proprio riuscirò a vedere tutto, che il lavoro e vario altro chiama e pretende. Per cui seguirò gli esperti consigli di un’amica, e mi andrò a guardare senza dubbio Hounded di Angelina Maccarone, regista tedesca premiata a Locarno che sarà presente in sale per parlare col pubblico.
Mi titilla assai pure “Berlino sinfonia di una grande città” di Walter Ruttmann, uscito nel 1927, un anno dopo Metropolis, non solo perché racconta la Berlino anni ’20, ma anche perchè è musicato dal vivo dagli Zu.
Ora però non dico oltre, che la cosa migliore è leggersi il programma e scegliere come si crede.